N° 27

 

IL SIGNORE DEGLI ANELLI

 

(PARTE SECONDA)

 

        

DIECI ANELLI HA IL MANDARINO

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Avete mai visto un’esplosione nucleare? Immaginate un’esplosione di potenza dieci volte superiore a quella della bomba di Hiroshima e poi pensate all’esplosione contemporanea e ravvicinata di tre ordigni di tale potenza ed infine, immaginate di trovarvi proprio nel bel mezzo dell’epicentro di tale esplosione. È quanto è capitato a Carl Walker, uno degli uomini che si alternano nel ruolo del supereroe Iron Man mentre cercava di spingere un missile nucleare oltre la soglia dell’atmosfera.[1]

Ora le tre testate nucleari del missile sono state fatte detonare dal potere del malefico Mandarino, ma nessuno ne ha patito le possibili apocalittiche conseguenze… nessuno cioè, a parte l’uomo nell’armatura di Iron Man… e l’uomo che quell’armatura ha inventato, Tony Stark, che, collegato in telepresenza con Carl Walker, ha vissuto l’intera tragedia come se stesse accadendo a lui ed ora, mentre gli pare di provare una sensazione d’intenso calore e l’urlo disperato di Carl risuona nelle sue orecchie, il feedback neurale lo fa scattare dalla sua poltrona e lo fa piombare sul pavimento in preda a forti convulsioni, mentre dalla sua gola esce un urlo di dolore.

Richiamate dall’urlo, ecco entrare nella sala le tre donne che, assieme al figlio adottivo di quattro anni di Tony, dividono con lui quella prestigiosa suite nel più lussuoso hotel di Honolulu, Hawaii: Kathy, la sua figlia undicenne; Joanna Nivena Finch, la madre di Kathy, e Virginia “Pepper” Potts, amica, collaboratrice e confidente di Tony, nonché madre adottiva del bambino che lui ha adottato. Negli attimi di panico che seguono alla loro entrata, mentre Kathy urla spaventata, è proprio Pepper che riesce a non perdere il sangue freddo ed a riprendere il controllo della situazione.

-Aiutatemi a tenerlo fermo, presto!- urla alle altre due.

-Ma…ma…- balbetta Joanna.

-Non perdiamo tempo in discussioni. Tienigli ferme le braccia … Kathy… so che sei spaventata, ma tuo padre ha bisogno d’aiuto. Devi bloccargli le gambe, Pensi di farcela?-

-Io… io… si, certo che ce la faccio.- risponde la ragazzina, superando la crisi di panico.

            Intanto, Pepper non ha perso tempo ed ha staccato l’apparato di telepresenza dalla testa di Tony e gli ha aperto la camicia, mettendo allo scoperto il petto. Qualunque cosa sia successa, ha mandato in tilt il pacemaker ed ora Tony sta avendo un’aritmia. Senza esitare Pepper comincia a colpirlo sul petto più e più volte mormorando:

-Riprenditi, maledizione, riprenditi.-

-Le convulsioni stanno cessando.- dice Joanna.

-Bene.- è la risposta di Pepper –Attacca la spina di quest’affare alla prima presa che trovi. Presto! – mentre parla, non smette di massaggiare il petto di Tony per poi praticargli la respirazione bocca a bocca.

            Alla fine, le cure e lo stimolatore cardiaco fanno il loro effetto e Tony riapre gli occhi e parla:

-Devo essere in paradiso, con tutte queste belle donne intorno.-

-Devi proprio esserti ripreso per bene...- commenta Pepper -.. visto che dici simili stupidaggini.

-Sono d’accordo.- aggiunge Joanna –Se hai tanta voglia di fare lo spiritoso, non sei certo in pericolo di vita.-

            Kathy lo abbraccia e si lascia andare a piangere dicendo:

-Mi sono spaventata da morire… papà.-

-Beh ne è quasi valsa la pena… per sentirmi chiamare da te, così.- commenta, cercando di sorridere, Tony.

 -Su ora non stargli troppo addosso ed aiutaci ad alzarlo signorina.- le dice Joanna.

-Posso… fare da solo.- replica Tony.

-Piantala con le pose da macho, Tony e lasciati aiutare.- ribatte la donna.

            Tony non protesta, mentre le donne lo alzano e lo portano sul letto.

-Ora vuoi dirci, finalmente, cos’è successo?- chiede Pepper.

            Come se se ne ricordasse solo adesso Tony esclama:

-Carl… Iron Man è stato preso dall’esplosione del missile nucleare.. l’ho sentito come se fossi lì e... dobbiamo avvertire…-

.Tu pensa solo a riposarti.- gli intima Pepper –Penserò ad avvisare chi deve essere avvisato, non preoccuparti.-

            Tony reclina la testa sul cuscino, vinto dalla spossatezza, mentre Pepper si allontana e Kathy e Joanna rimangono al suo fianco.

 

            A New York, Jim Rhodes non ha avuto esitazioni: dopo aver perso i contatti con Tony e Carl Walker ha subito indossato l’armatura di War Machine.

-Tu capisci che devo farlo, vero?- chiede, rivolto alla sua compagna, Rae Lacoste.

-Certo.- risponde lei –Ho sempre ammirato la tua lealtà verso gli amici ed il tuo senso di responsabilità. Forse è anche per questo che ti amo.-

            Lui fa una smorfia e replica:

-Uhm… lo sai che sei una donna straordinaria?-

-Certo, altrimenti come farei a sopportarti e ad aver avuto la faccia tosta di chiederti di sposarmi?[2] Quindi vedi di tornare, d’accordo?-

-Puoi contarci.- risponde Rhodey, poi la bacia e s’infila l’elmetto -<<Riparleremo di tutto al mio ritorno.>>

         Ma mentre vola nel cielo notturno, War Machine non può fare a meno di pensare: sempre ammesso che riesca a ritornare.

 

            Nei loro rispettivi appartamenti, Happy Hogan, Eddie March e Mike O’Brien indossano le proprie armature da Iron Man ed è mentre sono tutti in volo che nei loro elmetti, così come in quello di War Machine, risuona la voce di Pepper Potts:

<<Pessime novità gente.>> inizia e racconta loro tutto quello che è accaduto sinora.

<<Notizie da Walker?>> chiede War Machine.

<<Nessuna dopo l’esplosione. Ho preso contatto con i Vendicatori della Costa Ovest e stanno andando a cercarlo. >>

 

<<Forse potremmo unirci alle ricerche.>> interviene Eddie March <<O almeno potrebbe farlo uno di noi.>>

<<Ho chiesto a Jocasta di scaricare le coordinate direttamente nei vostri database.>> risponde Pepper <<Regolatevi come ritenete più opportuno, ma non abbassate la guardia. Il Mandarino non è un avversario da sottovalutare. Io resto qui con Tony ed aspetto notizie.>>

            Pepper interrompe la comunicazione e si abbandona sulla spalliera della sedia. Solo un attimo di respiro, c’è ancora troppo a cui pensare.

 

 

2.

 

 

            Solo pochi istanti sono passati da quando il missile nucleare del Mandarino è esploso appena sopra il livello dell’atmosfera e l’urlo di Carl Walker è risuonato nelle orecchie di coloro che erano collegati con lui. Mentre i sistemi di rilevamento di tutto il mondo impazziscono, mentre per un breve attimo c’è un vero e proprio blackout dei sistemi di comunicazione in buona parte del globo, coloro che si trovassero nel posto giusto potrebbero vedere ad occhio nudo lo spettacolo di un’aurora boreale fuori posto, seguita da una scia luminosa che precipita verso l’oceano, per poi scomparirvi.

Le acque ribollono, poi è di nuovo la quiete,

 

            Il Quinjet vola a bassa quota sopra le acque dell’Oceano Pacifico. All’interno, i membri di un gruppo molto controverso. Il loro nome è Vendicatori della Costa Ovest, ma il loro Ufficio Stampa preferisce l’acronimo W.C.A.[3] perché, a suo dire, “fa faville col merchandising”. Diversamente da quello con sede a New York, questo gruppo, pur essendo composto, con una sola eccezione, da persone che hanno fatto parte in passato dei Vendicatori, è stato riformato con la diretta supervisione del Governo Americano ed ha solo labili rapporti con gli altri, una situazione in cui quasi tutti i membri del gruppo non si trovano molto a loro agio. Rispondere ad una richiesta d’aiuto da parte di Tony Stark era una cosa dovuta e nessuno di loro ha esitato.

            All’interno del veicolo troviamo i membri attuali del gruppo: D-Man ai comandi, She-Hulk al posto del secondo pilota e, dietro di loro, il Fulmine Vivente, Starfox e Polaris, l’unica del gruppo a non aver mai fatto parte dei Vendicatori. Il loro compito: cercare le tracce dell’uomo chiamato Iron Man, ma finora senza successo. Improvvisamente i sensori del veicolo mandano dei forti segnali

-Ma che diavolo…?- esclama She-Hulk.

-C’è qualcosa la sotto.- indica il Fulmine Vivente indicando il quadro comandi –La temperatura dell’acqua è molto alta e tutti valori sono fuori scala.-

-Grazie dell’efficace riassunto Miguel.- dice She-Hulk –Ora però, vediamo di che si tratta.-

Una sonda lanciata in precedenza dal Quinjet permette all’equipaggio di monitorare quello spicchio di fondale oceanico e finalmente…

-Eccolo!- urla She-Hulk –sembra proprio un corpo umano. Non si riesce a distinguere bene, ma direi che è proprio quello che stavamo cercando: Iron Man. Ora dobbiamo recuperarlo.-

-L’acqua è molto calda in quella zona, innaturalmente troppo calda.- è il commento di D-Man, usualmente il più taciturno del gruppo –Potrebbe essere radioattiva.-

-Le radiazioni non mi preoccupano.- è il commento di She Hulk –E nemmeno il calore, prendo un respiratore e…-

-Lascia stare.- interviene Starfox.-Né le radiazioni, né il calore possono danneggiare un Eterno di Titano e non ho nemmeno bisogno di un respiratore. Ci vediamo dopo ragazze.-

            Così dicendo, salta dal portello aperto e, dopo un breve volo, si tuffa nelle acque dell’oceano.

-Che pallone gonfiato.- commenta Polaris.

-Mi basta che sappia fare il suo lavoro.- replica She-Hulk –E lo sa davvero fare, guardate!-

            Starfox è riemerso, portando tra le braccia un corpo umano.

-La radioattività è a livelli accettabili.- dice D-Man –Possiamo farli entrare.-

            Il portello si apre e Starfox rientra col suo carico, che viene deposto su una brandina.

-È davvero Iron Man?-chiede Polaris.

-Pare di sì.- è la risposta del Fulmine Vivente –Mi chiedo con che materiale Stark faccia le sue armature. Ha resistito all’esplosione di tre testate nucleari ed al rientro nell’atmosfera.-

-Ha perso tutto il suo colore, però.- commenta She-Hulk –Ora è bianca e liscia come il vetro e... Diavolo, scotta ancora..-

-Che facciamo?- chiede Polaris.

-Dite che sarà ancora vivo?- chiede il Fulmine Vivente.

-Forse ha bisogno d’aiuto.- commenta Starfox.

-Oh accidenti, ho capito.- sbuffa She Hulk –Ci penso io a tentare di togliergli quest’affare.-

-Attenta.- la avverte Polaris –Forse ci sono dei sistemi di protezione e…-

-Se c’erano, ora non ci sono più, quest’elmetto viene via come se fosse di burro.- è la replica di She-Hulk. –Fatto!-

            L’elmetto viene rimosso ed appare il volto di un uomo sui trent’anni dai capelli ed i baffi castani, quello di un sofferente Carl Walker.

-È vivo!- annuncia She-Hulk –Il che è già molto di più di quanto sperassi. Dennis, portaci alla svelta al più vicino ospedale.-

-Ok!- è la laconica risposta.

-Sapete che non ho la più pallida idea di chi sia questo tizio?- dice She Hulk –La sua faccia non mi dice niente. Curioso no? Beh non importa chi sia, dopo quello che ha passato, merita di restare vivo.-

            E mentre il Quinjet vola alla massima velocità verso la sua meta, il Fulmine Vivente formula una silenziosa preghiera.

 

            In un luogo molto lontano, il Mandarino guarda una rappresentazione olografica della Terra su cui spiccano diversi puntini rossi e riflette. Che Iron Man interferisse con i suoi piani non è stato affatto inaspettato. Non ha deliberatamente cercato lo scontro col suo vecchio nemico, ma attaccando gli Stati Uniti, era inevitabile che ciò avvenisse. Questa volta Tony Stark ha mandato uno dei suoi lacchè invece di agire personalmente, ma lo conosce bene, non rinuncerà alla prospettiva di uno scontro. È il loro destino battersi per la supremazia e non si può andare contro il destino.

 

 

4.

 

 

            Mentre sulla Costa Occidentale è ancora buio, su quella Orientale il sole sta sorgendo illuminando con i suoi caldi raggi la città di New York. In un elegante e naturalmente lussuoso appartamento di Manhattan, abita un uomo che fino ad oggi abbiamo conosciuto semplicemente col nome di Mr. King. In questo momento, lo troviamo impegnato nel rito della colazione quando il telefono squilla e lui risponde:

-Sì, sono io. Molto bene Mr. Knight, ottimo lavoro. – tronca la comunicazione, prende un altro telefono e preme un pulsante per un numero di chiamata rapida –Miss. Oskner, faccia preparare le carte per la S.E.C., voglio tutto pronto per l’inizio della prossima settimana. Sì, è giunto il momento. Oh un’altra cosa, mi fissi un appuntamento con Hammer per… diciamo martedì al massimo per discutere della faccenda Roxxon.-

            Ancora una volta la comunicazione viene chiusa e Mr. King si concentra sulla colazione. MI dispiace Tony, pensa, ma sul nome del nuovo presidente della REvolution voglio dire la mia.

 

            Tre fusi orari più indietro, il sole non ha ancora fatto capolino sopra un ospedale della Contea di Los Angeles sul cui tetto atterra l’uomo in armatura chiamato War Machine. Senza esitazione e senza badare all’attenzione che suscita, raggiunge un preciso corridoio, in fondo al quale stazionano le colorate figure note come i Vendicatori della Costa Ovest.

 <<Come sta?>> chiede senza preamboli.

-È vivo ed è tutto quanto sappiamo per ora.- risponde She-Hulk –Lo stanno visitando ora.-

<<Sanno che è…>>

-Iron Man?- No, a parte quella tizia che ci avete detto di chiamare, gli altri sanno a malapena che è una specie di V.I.P., possono avere al massimo dei sospetti. Prima di arrivare qui gli abbiamo tolto l’armatura. Non che sia stato difficile: era letteralmente vetrificata e più friabile della cialda di un gelato, non avevo mai visto nulla di simile.-

<<Mi auguro che tu non debba vederlo mai più.>>

            In quel momento, da una porta, ecco uscire una donna in camice, che si aggiusta gli occhiali, mentre dà un’occhiata al particolare gruppo che gli sta intorno.

<<Allora, dottoressa Sondheim, come sta?>> chiede War Machine.

            Erica Sondheim è imperturbabile mentre risponde:

-È vivo e da quanto mi è stato raccontato sarebbe già abbastanza sorprendente, ma il bello è che sta anche relativamente bene. Non ha danni fisici rilevanti e non presenta neanche sintomi d’avvelenamento da radiazioni.  Con pochi giorni di riposo, potrà essere di nuovo in forma.-

-Perfetto.- commenta She-Hulk –Finalmente delle buone notizie ogni tanto.-

<<La ringrazio Dottoressa Sondheim.>> dice War Machine <<So che è molto impegnata di questi tempi col suo nuovo lavoro.>>

            Erica Sondheim fa un gesto con la mano e risponde:

-Non importa. Ho ancora qualche favore che devo a Tony Stark, ma mi auguro che non ricapiti troppo spesso.-

<<Anche noi dottoressa.>>

            Dopo che la Sondheim si è allontanata, She-Hulk si rivolge a War Machine:

-Ora posso dire che sono contenta di vederti ragazzone. Adesso che si fa col Mandarino?-

<<Se sapessi dov’è, la mia idea sarebbe di prenderlo e riempirlo di calci da qui sino a Marte, ma ho paura che, se non riusciamo a rintracciarlo, la prossima mossa toccherà a lui e se lo conosco bene… non si farà attendere a lungo.>>

 

            A due fusi orari ancora più indietro, a Honolulu, nelle Hawaii, Tony Stark sta ancora riposando, quando una voce imperiosa interrompe il suo riposo

<<Stark!-

            Tony si sveglia, rizzandosi a sedere sul letto, di fronte a lui, la figura del Mandarino.

-Cosa?- esclama Tony.

<<Questa è solo un’immagine olografica vecchio nemico. Sono venuto per dirti che non ho cercato deliberatamente lo scontro tra noi, ma ora che è avvenuto, mi aspetto che al prossimo incontro ci sia tu nell’armatura e non uno dei tuoi lacchè.>>

-Tu… che intenzioni hai?-

-Lo saprai quando sarà il momento. Per ora goditi il tuo riposo, ti voglio in forma per il nostro prossimo scontro.>>

            L’immagine trema, per poi scomparire del tutto.  Tony resta a guardare il vuoto. E così sa che sono Iron Man. Beh non è sorprendente: come l’aveva indovinato una volta, poteva riuscirci una seconda. Sembra che l’aver cancellato quest’informazione dalla mente di coloro che la conoscevano non sia servito a niente.[4] Con tutti quelli che conoscono il suo segreto al momento attuale, tanto varrebbe rivelarla al mondo mentre salva un cagnolino o qualcosa di simile. Questa è la cosa meno importante, però, quel che conta è fermare il Mandarino. Tony si alza in piedi e la testa sembra girargli. Non importa, pensa, e fa un passo in avanti; le gambe sembrano cedergli di colpo e non riesce a sostenersi, piombando sul pavimento.

 

 

5.

 

 

            Il sole si fa sempre più alto nel cielo e sempre più gente è sveglia a New York. Mentre scendono gli scalini del Tribunale, troviamo quattro ex ospiti del carcere chiamato “Le Tombe”. Si tratta di: Marya Penskyova, Farley London, Roger Phillips, Samson Washington, tutti membri dell’Elite dello Spionaggio di Spymaster.arrestati pochi giorni fa per rapimento, sabotaggio e tentato furto di segreti industriali contro la REvolution e la Stark-Fujikawa. Sono stati appena scarcerati dopo il pagamento di una salatissima cauzione. In fondo alla scalinata li aspetta una limousine in cui salgono. Alla guida l’uomo chiamato Gottfried Herter, numero #3 dell’Elite, e, seduto su uno degli ampi sedili, Spymaster in persona.

-Felice di rivedervi.- dice in tono impersonale.

-Sapevo che non ci avresti lasciato in prigione.- commenta Marya.

-Non è facile trovare dei collaboratori fidati ed efficienti.- è la risposta di Spymaster.

-mi sarei aspettato qualche elaborato piano di fuga, però e non questo.- commenta Farley London.

-Una volta che avevano stabilito una cauzione per voi, era più semplice pagarla – replica Spymaster -Il costo della cauzione sarà dedotto dai vostri compensi, ovviamente.-

-Ovviamente.- dice Marya –Ed ora dove andiamo?-

-Raggiungeremo uno dei nostri rifugi ed aspetteremo il nostro prossimo incarico. Godetevi il viaggio. Qualcuno gradisce del vino… o magari della Vodka?-

 

            Honolulu, Hawaii. Conoscete l’espressione francese “déjà vu”? La sensazione di rivivere un’esperienza od una scena già vista o vissuta? È quel che provano Pepper, Joanna e Kathy quando, attirate dal rumore, entrano nella stanza e trovano Tony sul pavimento.

Tony!- urla Pepper –Che diavolo ti è preso?-

            Mentre la ragazzina rimane in disparte, le due donne si avvicinano a Tony, ma lui le allontana con un gesto brusco.

-Ce la faccio da solo.- dice e, con evidente sforzo e stringendo i denti, si mette prima in ginocchio e poi in piedi. Con passo incerto raggiunge una poltrona su cui si lascia cadere con un sospiro.

-Ora che hai fatto il tuo show da macho… - gli chiede Pepper con tono a metà tra l’irato ed il preoccupato -… che cavolo di intenzioni hai?-

-Il Mandarino… deve essere fermato ed io devo…-

-Tu devi solo riprenderti e basta. – replica secca Pepper –Non sarai affatto utile contro il Mandarino se sai a malapena reggerti in piedi.-

-Ma che succede?- chiede Kathy –Perché parlate come se dovesse battersi personalmente col Mandarino?-

            Tony e le due donne si guardano e lo stesso pensiero attraversa le loro menti: non è il momento di svelare a Kathy i segreti di Iron Man. È Joanna a parlare alla figlia:

-Tuo padre sta guidando gli sforzi di.. uhm.. Iron Man contro il Mandarino, ecco tutto….è per questo che aveva quell’apparecchiatura prima e… ehm… non è il caso che ci riprovi per adesso. –

            Kathy sembra perplessa, ma non dice niente. È Pepper ad intervenire.

-Credo che sia il caso di farci un giretto, magari in spiaggia, Tu, Andy ed io, Kathy.-

-Ma io non voglio…- inizia la ragazzina.

-Tuo padre deve riposare e poi avrà da fare, su vieni.

-Si, Kathy, vai.- interviene Tony –Io sto bene e tu eri venuta per divertirti un po’ prima che riprenda la scuola. Ci vedremo più tardi, te lo prometto.-

            Dopo che la riluttante Kathy e Pepper hanno lasciato la stanza, Joanna si rivolge a Tony:

-Hai intenzione di mettere l’armatura, giusto? Non dirmi di no, ti conosco troppo bene. È sempre la solita vecchia storia, le cose non cambiano mai con te.-

-Avrei sperato il contrario.- replica Tony –Ma forse hai ragione: sta di fatto, che quella tra me ed il Mandarino è una cosa personale ed alla fine dovremo scontrarci. Cercherò di farlo alle mie condizioni, però.-

            Parlando Tony si è alzato ed ha raggiunto un tavolo con sopra la sua valigetta e ne ha fatto scattare le serrature, rivelando l’armatura di Iron Man.

 

            Il Mandarino è soddisfatto, ora è il momento di sferrare un nuovo colpo. La sua fronte si corruga ed i suoi anelli brillano, poi il bagliore si estende alla sua persona.

            Simultaneamente, nelle sedi delle principali cancellerie mondiali e nel bel mezzo dell’emiciclo della sala dell’Assemblea delle nazioni Unite, dove il consesso è attualmente in sessione, appare un’immagine olografica del Mandarino.

<<Voi che vi fate chiamare Governanti del Mondo, io sono il Mandarino e sono un discendente di Gengis Khan. La mia stirpe dominava su tutta l’Asia ed è il dominio è il mio giusto destino.  Finora avete assaggiato solo una frazione del mio potere, ma ben presto ne assaggerete la piena forza.>> Al fianco del Mandarino appare una mappa con un punto brillante <<Questa è un’isola di pescatori a tre miglia marine dalla costa della Cina, nel Mar Giallo. Al momento ha solo 318 abitanti. Un bersaglio insignificante per ogni guerra di conquista. Sarà la mia lezione per voi.>>

Con gesto teatrale, la mano destra del Mandarino copre la forma della piccola isola, mutandosi contemporaneamente in un artiglio di drago, poi si chiude su di essa, schiacciandola. Quando riapre la mano, l’isola è scomparsa, come se non fosse mai esistita. Sorridendo sinistramente, il Mandarino continua:

<<Quanto avete visto è avvenuto realmente e posso rifarlo quando voglio, dove voglio e su qualunque scala. Vi concederò un’ora per controllare che le mie affermazioni siano esatte, poi vi detterò le mie condizioni. Arrivederci.>>

            L’immagine scompare, lasciando molte persone annichilite e sconcertate.

 

 

6.

 

 

            Il mondo potrà anche essere sconvolto, ma per la gente comune le cose vanno avanti come sempre. Nell’opulenta sala riunioni dello Studio Legale Unger & Norton, è in corso un incontro decisivo per l’uomo di nome Jonas Hale. Al lato opposto del tavolo a cui siede Hale insieme al suo avvocato, Gerald Norton, sono seduti cinque uomini, Uno di loro, vestito di un elegante abito scuro comincia a parlare:

-Mr. Hale, mi chiamo Robert Baron e sono un avvocato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, i signori che mi accompagnano sono: Franklin E. Nelson Jr. Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York, George T. Elliot, Vice Procuratore Generale dello Stato di New York, William Hao, Vice Procuratore Esecutivo della Contea di New York, Charles F. Raymond Capo dell’Ufficio Crimini Maggiori della Procura Distrettuale della Contea di Suffolk, New York.-

-E cosa volete tutti quanti da me?- chiede Hale.

.-Lei è stato un importante dirigente della Roxxon Oil.- risponde Baron -Abbiamo abbastanza elementi per farla condannare per dozzine di violazioni federali e per un’impressionante quantità di crimini ordinari tra cui: associazione a delinquere, tentato omicidio ed omicidio, compreso quello di Howard Anthony Stark e sua moglie Maria, avvenuto molti anni fa. Posso leggerle un elenco dettagliato, se vuole.. Le assicuro che per ciascuno di essi abbiamo abbastanza elementi per chiedere… ed ottenere… il massimo della pena. La nostra proposta è questa: lei vuota il sacco, ci dice tutto quello che sa, ci aiuta a far condannare tutti i membri del Consiglio della Roxxon e tutti i suoi tirapiedi sino all’ultimo fattorino, coinvolti in attività illegali, specialmente il Presidente del Consiglio, August D’Angelo. In cambio non verrà chiesta per lei la pena di morte, ma le sarà applicata la pena dell’ergastolo con possibilità di chiedere la liberazione anticipata, pena da scontarsi in un carcere federale di minima sicurezza..-

-Non mi pare questa grande offerta.- replica Norton –Se vi consegniamo D’Angelo, vogliamo almeno l’immunità per…-

            Baron chiude la sua cartella e si alza in piedi, imitato anche dagli altri.

.Non ci siamo capiti signori.- dice secco -L’offerta non è negoziabile. Non abbiamo bisogno di lei per far condannare d’Angelo e gli altri, ci riusciremo comunque, anche se ci metteremo un po’ più di tempo. Quanto ai miei colleghi saranno ben lieti di farla condannare a centinaia d’anni di carcere ed alla pena di morte. MI auguro che si diverta nel braccio della morte di Dannemora, Mr. Hale.-

-Un momento!- esclama Hale -Se accetto, sarà messo per iscritto?-

-Naturalmente Mr. Hale. Non siamo barbari, sarà un regolare contratto secondo la legge. L’abbiamo già pronto.-

-Ditemi dove devo firmare.- è la risposta di Hale.

 

            Contea di Ventura, California, nei pressi di una cascata, un luogo che evoca fosche memorie, ma che è anche sede di un raduno alquanto insolito, quando War Machine e ben tre Iron Men vi atterrano a breve distanza l’uno dall’altro.

<<Avrei preferito che Tony avesse scelto un luogo diverso per il nostro incontro.>> dice Jim Rhodes <<Questo posto mi ricorda troppe cose spiacevoli.>>

<<Il vecchio quartier generale di Force Works, giusto?>> chiede Happy Hogan <<Capisco cosa vuoi dire.>>

<<Vi spiacerebbe spiegarlo anche a noi?>> interviene Eddie March.

<<È una storia lunga Eddie, meglio lasciarla per un’altra volta.>> taglia corto Rhodey <<Ora pensiamo al da farsi contro il Mandarino.

<<È per questo che siamo tutti qui Rhodey.>>

La voce viene da un nuovo Iron Man che sta atterrando proprio in quel momento e che, prima che qualcuno degli altri possa aggiungere qualcosa, aggiunge:

<<Si, sono io. Ora venite, abbiamo del lavoro da fare.>>

            Entrare nelle sale vuote e silenziose del complesso un tempo noto come “La Fucina” fa uno strano effetto a Tony Stark e Jim Rhodes. Qui è dove è nato ed è morto un sogno chiamato Force Works ed è sempre qui che, in un laboratorio nascosto nelle viscere del complesso, Tony Stark, sotto il controllo mentale di Immortus, divenne uno spietato assassino.[5] Sono eventi che appartengono quasi letteralmente, al passato di un’altra persona, ma Tony si sente a disagio. Non sarebbe mai tornato qui, se non fosse per una vera emergenza. Con la rapidità data dall’esperienza preme una serie di pulsanti ed ecco apparire un ologramma con la forma di Jocasta.

<<Interessante.>> commenta l’Intelligenza artificiale <<Non è proprio come riavere un corpo, ma…>>

<<Felice di rivederti Jocasta, sei pronta?>> chiede Tony.

<<Sono sempre pronta.>> ribatte Jocasta <<Intanto lasciate che vi aggiorni sul Mandarino. Ha effettivamente distrutto un’isoletta di pescatori al largo delle coste cinesi, l’ha letteralmente vaporizzata e tra meno di 20 minuti dovrebbe arrivare il suo nuovo messaggio. Il nostro sistema è pronto ad intercettare la chiamata e stabilirne la provenienza.>>

<<Molto bene, Non ci resta che aspettare.>>

            L’attesa sembra non finire mai, poi, ecco formarsi l’ormai familiare ologramma del Mandarino, intercettato e ritrasmesso nella sala dalla tecnologia Stark. Il sinistro orientale parla con voce fredda e spietata:

<<Queste sono le mie condizioni: i governi di Cina, Giappone, Mongolia, Corea del Nord, Corea del Sud, Vietnam, Laos, Cambogia, Thailandia, Taiwan cederanno tutto il potere a me. Concedo solo un’ora di tempo per rispondere, se la risposta sarà no, allora comincerò una campagna di distruzione sistematica sui loro territori. Nel frattempo, tanto per chiarire che parlo sul serio, due missili nucleari in mio possesso verranno lanciati sulle Isole Kurili.>> un sinistro ghigno si forma sulla sua faccia mentre dice: <<Potete provare a fermarmi, ma non ci riuscirete.>>

            Così dicendo, allunga una mano, che si tramuta in un artiglio di drago e schiaccia qualcosa di invisibile, istantaneamente la trasmissione s’interrompe.

<<Sapeva che lo stavamo osservando.>> commenta Rhodey.

<<Ovviamente.>> è la risposta di Tony <<Ora vediamo se siamo riusciti a….>>

            L’ologramma di Jocasta compare ancora e dice:

<<Trovato! Ora ve lo mostro.>> ecco apparire una mappa olografica dello spazio su cui si nota un’astronave a forma di drago. <<È apparsa improvvisamente, per meno di un secondo, mentre cercavo di rintracciare la fonte della trasmissione. È in orbita geostazionaria poco sopra l’atmosfera ed è assolutamente invisibile ad ogni forma di rilevazione. Non sarei riuscita a scoprirla se…>>

<<Se non avesse voluto farsi scoprire.>> completa Tony <<Ci sta sfidando a fermarlo. Beh raccoglieremo la sfida.>>

<<Attenzione. Messaggio urgente dai Vendicatori.>>

            Sullo schermo appare l’immagine di Wasp e Tony non può fare a meno di provare una stretta al cuore nel vedere il bel volto di Janet Van Dyne con ancora addosso i segni delle torture subite per mano di Ghaur, l’ex Alto Sacerdote dei Devianti e dei suoi sgherri.[6] C’è stato un tempo in cui è stato innamorato di questa donna, ma quel che avrebbe potuto essere, fu lui stesso a rovinarlo col suo comportamento.[7] Nulla di strano, non è quello che fa sempre? Scaccia il pensiero e risponde:

<<Qui Iron Man, dimmi Wasp.>>

<<Vedo che non sei solo. Non se esserne soddisfatta o preoccupata. Ho parlato con la nostra controparte ad ovest e siamo d’accordo nello sferrare un attacco congiunto al Mandarino prima della sua prossima mossa.>>

<<Con tutto il rispetto Jan, preferirei occuparmene io con tutta la mia squadra. Quella col Mandarino è una specie di questione personale.>>

            Wasp si morde le labbra, poi…

<<D’accordo. Ti concedo sei ore. Se entro questo termine non sarete riusciti o se la situazione degenera prima, noi interverremo.>>

<<Grazie, Jan.>>

<<Aspetta a ringraziarmi, potrei aver appena firmato la vostra sentenza di morte.>>

            La trasmissione termina e Mike O’Brien commenta:

<<Uhm… è sempre così allegra?>>

<<Ha le sue ragioni per essere così.>> risponde Eddie March che da prigioniero è stato costretto ad osservare le indegnità a cui veniva sottoposta Wasp. <<Piuttosto: ora che facciamo?>>

<<Eddie, Mike, verrete con me all’assalto del drago del Mandarino.>> è la replica di Tony <<Rhodey, tu ed Happy recatevi alle Kurili e cercate di fermare quei missili con ogni mezzo, poi ci raggiungerete.>>

<<Ok capo.>> è la risposta di Happy. Da Rhodey viene solo un cenno d’assenso.

<<Molto bene. Nell’hangar ci aspettano dei Quinjet equipaggiati per il volo orbitale, Ci porteranno a destinazione, il resto sta a noi.>> Tony si rivolge a Rhodey e Happy <<Cercate di restare vivi, mi raccomando..>>

<<Contaci capo.>> replica Happy.

            In quel momento, gli allarmi della base suonano simultaneamente e l’ologramma del Mandarino appare improvvisamente.

<<Volevate colpirmi, ma io ho colpito voi, osservate!>>

            A lato del Mandarino si forma un’immagine di un raggio di luce che parte dalla sua astronave e comincia a battere il terreno circostante alla base. I presenti non hanno bisogno di dirsi niente, mentre corrono verso la salvezza, inseguiti dalla risata del Mandarino.

            I Quinjet si sono appena levati in volo, che il raggio raggiunge la Fucina e l’intera montagna esplode, dividendosi letteralmente in due, mentre il vecchio Quartier Generale di Force Works viene completamente disintegrato.

            Mentre si lascia la distruzione alle spalle, Tony commenta:

<<Non posso dire che mi mancherà, c’erano troppi brutti ricordi la dentro. Bene, ora pensiamo al Mandarino. Abbiamo un lavoro da fare, facciamolo!>>

 

            Il Mandarino ride. Vieni pure Stark, ti aspetto, te ed i tuoi lacchè e per quanti siate, cadrete tutti davanti alla mia potenza.

I suoi anelli brillano sinistramente.

 

 

7.

 

 

            A Honolulu Pepper Potts guarda verso il cielo e prega. Sapeva che Joanna non avrebbe mai potuto fermare Tony, nessuno può riuscirci quando è davvero determinato, ma spera, per il bene di tutti che ritorni sano e salvo, che ci riescano tutti.

 

            A New York una donna di nome Meredith McCall è ignara di quanto sta succedendo, i suoi pensieri sono concentrati sul giovane che per lei è poco più di un estraneo, il ragazzo di nome Philip Grant, che molti chiamano il Corvo e che può essere suo figlio… suo e di Tony… il passato non muore mai, non l’aveva detto qualcuno? Chissà che pensieri si agitano nella mente di Philip ora che la sua vita è stata cambiata da questa rivelazione? Adesso entrambi sapranno la verità dal medico che sta uscendo con i risultati del test del DNA.

 

            Per Rebecca Bergier, Capo della Sezione Diritti Civili della Fondazione Maria Stark, il weekend è un ottimo momento per rilassarsi assieme alla sua nuova compagna, l’enigmatica India Queen. Curioso che non sappia ancora molto su di lei, a parte che lavora come assistente di un top manager di una non meglio specificata industria. Quella che era cominciata come una classica avventura di una notte, è diventata qualcosa di molto di più adesso, qualcosa che trascende il sesso. India le è entrata nella pelle come nessun’altra donna aveva mai fatto prima e lei si è abbandonata a questa situazione senza riserve, dando tutta se stessa. Peccato che quel che non sa su quella donna, possa distruggerla totalmente ed è una cosa che India Queen farà col massimo piacere.

 

 

8.

 

 

            Ok, abbiamo perso abbastanza tempo, è l’ora dell’azione. Iniziamo dalle Isole Kurili, contese da tempo tra Russia e Giappone ed oggi bersaglio del Mandarino. È qui che troviamo Happy Hogan in veste di Iron Man e Jim Rhodes come War Machine.

<<Ok, adesso che siamo qui, che facciamo?>> chiede Happy <<Voglio dire… idee su come si ferma un missile nucleare in corsa?>>

<<Qualcuna.>> è la risposta di Rhodey <<Il problema vero è non far detonare le testate. Dobbiamo rintracciarle e disarmarle.>>

<<Ah! Facile. E come si fa?>>

<<A questo penserò io.>> interviene Jocasta parlando contemporaneamente ad entrambi <<Ho appena individuato i due missili, come c’era da aspettarsi stanno arrivando da due direzioni diverse.  Tra poco dovrebbero entrare nel raggio del vostro sistema visivo, mi sono permessa di inviarvi tutti i dati.>>

<<Ok, li vedo.>> esclama Rhodey <<E adesso?>>

<<Adesso vi avvicinate alla giusta distanza e li colpite con un impulso elettromagnetico alla frequenza da me impostata. Dovrebbe spegnere i loro sistemi di guida e d’innesco e farli precipitare in mare senza danno.>>

<<Dovrebbe?>> chiede, dubbioso, Happy.

<<Non posso darvi la sicurezza al 100% Hogan, esistono sempre margini di rischio e questo è il massimo che posso fare.>>

<<Ok, Jo. Ci proveremo e se non funziona… è stato bello conoscervi.>>

            Senza dire altro, Happy si dirige verso la sua meta, mentre Rhodey parte per la direzione opposta..

            Chi può dire quali pensieri attraversino la mente di un uomo in questi frangenti? Happy Hogan sa di non essere un supereroe professionista, è solo uno come tanti, che cerca di fare del suo meglio. Sa che Eddie e Mike sono migliori di lui in questo lavoro, meglio addestrati, ma nonostante tutto non si tirerà indietro. Non lo ha mai fatto sul ring e non lo farà adesso e se dovesse accadere il peggio… beh non è stata una brutta vita e magari Pepper lo rimpiangerà. Che razza di idee che gli vengono. Non intende di certo morire prima di essere ancora una volta uscito a cena con Hannah Donleavy. Ok, ecco il pupo, è ora di vedere se la fiducia di Tony sarà ben ricompensata. Un volo proprio sotto il muso del missile, l’attesa, poi una singola parola da Jocasta:

<<Ora!>>

            Simultaneamente, due emissioni di energia elettromagnetica partono dalle armature di War Machine e Iron Man e colpiscono i due missili che semplicemente si spengono per poi precipitare in mare aperto.

<<Pare che abbia funzionato.>> commenta Happy <<E adesso? Chi li riprende da laggiù?>>

<<Non è il nostro lavoro.>> replica Rhodey <<Andiamo a prendere a calci il Mandarino.>>

 

            I medici non sono stati d’accordo con lui ed è potuto uscire dall’ospedale solo dopo aver firmato che lo faceva sotto la sua piena responsabilità. Certo è ancora malfermo sulle gambe e gli gira un po’ la testa, ma Carl Walker si sente abbastanza bene. Per fortuna, poco prima dell’esplosione era riuscito ad attivare il suo campo di forza. C’è voluta tutta l’energia dell’armatura per farne uno abbastanza potente da resistere al contemporaneo scoppio di tre missili ed ha resistito solo pochi secondi, ma sono bastati. L’unica cosa che ricorda dopo è di essersi risvegliato in ospedale. Da quanto gli hanno detto, comprende di essere svenuto e poi piombato giù come un peso morto. L’armatura l’ha protetto nel rientro dall’atmosfera, è fortunato ad essere vivo.  Rientra nella sua casa ad Agoura Hills e si siede su una poltrona, poi ci ripensa e va al computer.

-Qui Carl Walker, ci sei Jocasta?-

 <<È un piacere vederti in forma Carl.>>

-Puoi aggiornarmi sulla situazione?- chiede Carl

            Jocasta fa un veloce riassunto ed alla fine Carl chiede:

-Quindi sono tutti lì, sull’astronave del Mandarino adesso?-

<<Sostanzialmente sì, i due che erano alle Kurili sono per strada, diciamo.>>

-Capisco.-

            Carl Walker rimane silenzioso, perso in chissà quali pensieri, poi si alza e si avvicina all’armadio a muro, preme un pulsante e scosta un pannello segreto. Forse è una pazzia, pensa, nessuno mi biasimerà se non lo faccio, nessuno… a parte me stesso.

            E dopo un attimo d’esitazione estrae da una nicchia nel muro una nuova armatura di Iron Man.

 

            L’astronave-drago del Mandarino, un’esatta replica di quella in cui Tony e lui ebbero il loro ultimo scontro sopra i cieli russi un po’ di tempo fa.[8] Stavolta però non sono gravemente ferito come l’ultima volta, stavolta non sono solo ed ho l’iniziativa in mano, pensa, o piuttosto spera, Tony Stark.

            Il Quinjet aggancia l’astronave con relativa facilità ed i tre Iron Men riescono ad entrare facilmente nel covo del nemico, troppo facilmente.

<<Niente mascheramento, niente difese, è troppo facile.>> commenta Tony <<Voleva che entrassimo.>>

<<Sono solo io a sentirmi come una mosca intrappolata nella tela del ragno?>> chiede Mike O’Brien.

-Benvenuti, vi aspettavo!-

            La figura del Mandarino esce dall’ombra ed avanza senza fretta, con le braccia conserte e le mani nascoste nelle ampie maniche della tunica. Sul volto un sorriso malvagio.

-Siete dunque arrivati e pensate di potermi sconfiggere solo perché siete in tre? Immagino pensiate che non deve essere troppo difficile sconfiggermi, dopotutto ho solo degli anelli che sanno fare trucchi… come questo.-

            Estrae una mano e punta un dito contro uno degli Iron Men che viene respinto contro una parete.

-Un semplice raggio concussivo.- spiega calmo il Mandarino –Potrei usare un raggio antigravità.- e dicendo così, punta un altro dito ed una altro Iron Man viene sollevato in aria –O usare la luce nera, magari.-

            L’ultimo degli Iron Man, Tony Stark stesso, si ritrova avvolto nell’oscurità, ma non si perde d’animo e contrasta l’oscurità con la luce del suo uniraggio.

-Ben fatto vecchio nemico.- lo beffeggia il Mandarino –Non ho dubbi che sapreste controbattere ogni singolo potere degli anelli, ma la loro potenza combinata? Potete resistere al potere delle stelle stesse? Potete?-

            Il Mandarino tende entrambe le mani e nella sala si scatena il caos. I tre Iron Men sono sollevati da terra, un’energia senza pari li afferra nelle sue spire e nel cuore della tempesta il Mandarino ride mentre i suoi nemici sono in balia delle forze da lui scatenate, poi…tutto cessa ed i tre sono in ginocchio di fronte al Mandarino

-Ora ammettete che nemmeno la potenza combinata di tutti e tre può abbattermi?-

<<Che ne dici allora se ci proviamo in cinque?>>

            La voce di Jim Rhodes risuona decisa dall’elmetto di War Machine, mentre lui e Happy Hogan nell’armatura di Iron Man avanzano nella sala.

<<… O magari in sei?>>

            Un ultimo Iron Man è apparso, inaspettatamente, nella sala e dentro l’armatura Carl Walker spera di essere sembrato abbastanza deciso.

 

 

9.

 

 

            Tony Stark sospira dentro l’armatura, ci sono molte cose che vorrebbe dire adesso, ma non è il momento e mentre Carl Walker, Happy Hogan e Jim Rhodes si pongono al suo fianco insieme agli altri, si rivolge al Mandarino:

<<Ora cos’hai da dire?>>

-Dovrei essere spaventato perché siete in sei?- risponde tranquillo il Mandarino –Su, coraggio, attaccate!-

            Le sei figure esitano, poi Carl Walker rompe gli indugi e spara una scarica di repulsori contro l’avversario, che rimane impassibile.

-Su, colpitemi con tutto quello che avete, che aspettate?-

<<Ok, diamogli ciò che vuole.>> dice War Machine <<Io sono pronto.>>

            Quel che accade dopo non può adeguatamente essere descritto con le semplici parole. Cinque Iron Men e War Machine scatenano un assalto senza precedenti: repulsori, uniraggio, armi da polso, mini missili. Nulla scalfisce il Mandarino protetto da una sorta di aura che è impossibile stabilire se sia di natura mistica o scientifica, poi il supercriminale parla:

-Avete tentato ed avete fallito, ora tocca a me.-

 

            L’ultimatum del Mandarino è quasi scaduto, a Pechino una riunione d’emergenza del Governo è appena finita. Non è stata una decisione facile, tutti ne conoscono le conseguenze, ma doveva essere presa ed il volto del Primo Ministro è teso mentre fa una chiamata.

 

            Dieci anelli, dieci poteri diversi, una sola volontà a comandarli. Questo è il vero potere del Mandarino. Con un raggio avvolge Happy Hogan tra le fiamme, un altro gesto e Eddie March è rinchiuso in bozzolo di ghiaccio, un altro ancora ed una luce accecante avvolge Mike O’Brien. Gli altri tre si avvicinano ed ecco che il Mandarino colpisce ancora… a mani nude. Il taglio della sua mano sinistra raggiunge il torace di Carl Walker che, sorpreso, cade a terra per la violenza del colpo, incapace di rendersi conto di come il semplice taglio di una mano abbia potuto fargli male attraverso la lega più resistente mai uscita dalle fucine di Tony Stark. Il Mandarino continua a sorridere, mentre si avvicina a War Machine.

-Tu!- dice –Sarà un piacere farti a pezzettini, tu che fosti testimone delle mie più atroci sconfitte.-

<<E così sai chi sono eh? Beh tanto piacere, non sono facile da sconfiggere.>>

-Davvero?-

            Rhodey non vede nemmeno arrivare il calcio che lo colpisce al plesso solare. Mentre barcolla sorpreso, un altro colpo lo raggiunge di taglio al mento, sferrato con la mano destra del Mandarino, poi un altro colpo ed un altro ancora. L’uomo dentro quella meraviglia tecnologica non riesce nemmeno a reagire, mentre ad ogni colpo pezzi di armatura cadono a terra.

<<Adesso basta!>> la voce di Tony Stark risuona forte e chiara dal microfono del suo elmetto. Il Mandarino s’interrompe e lo fissa:

-Non lo ucciderò Stark, non ancora almeno, vivrà per vedere il mio trionfo definitivo.-

<<Di che stai parlando?>>

-Ascolta!-

            Un gesto della mano del Mandarino e dei monitor si accendono. Tony non capisce ciò che dicono le voci che sente, ma coloro che parlano hanno la faccia scura.

-Hanno respinto il mio ultimatum.- spiega il Mandarino –Naturalmente era previsto. I Cinesi, come gli altri, sono un popolo orgoglioso, non amano arrendersi, preferiscono la morte al disonore. È ciò che avranno.-

<<Tu… sei sempre stato pronto a…-

-Ma certo mio ingenuo amico ed ora, ad un mio comando, la più potente, invincibile, inarrestabile macchina di distruzione mai concepita verrà di nuovo rilasciata sul mondo ignaro e stavolta sotto il mio completo comando.-

            Se il volto di Tony potesse essere visto sotto l’elmetto sarebbe un misto di stupore, preoccupazione e terrore.

<<Non intenderai… non parlerai di…>>

-Ma certo. Chi altri se non lui… ULTIMO!-

            Ed il silenzio cala nella sala.

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            E così eccoci arrivati alla fine di questa, spero, emozionante seconda parte. Diamo il via alle note, adesso.

1)       Ospiti di questa storia sono I Vendicatori della Costa Ovest, un gruppo che, nonostante il nome non ha in realtà molti contatti con la corrispondente squadra con sede a New York e questo nonostante cinque membri su sei abbiano fatto parte dei Vendicatori in vari momenti della storia del gruppo. La storia dei Vendicatori della Costa Ovest (West Coast Avengers in originale) è però molto più vecchia Il nucleo originale fu formato molto tempo fa in una miniserie intitolata proprio “West Coast Avengers” a firma di Roger Stern & Bob Hall, per poi trasferirsi in una serie regolare durata ben 102 numeri. A quel punto, però c’era stato un sottile cambio di nome da Vendicatori della Costa Ovest a Vendicatori Costa Ovest (in Originale Avengers West Coast) a riaffermare il loro essere parte di un’unica formazione, quella dei Vendicatori appunto, senza riguardo al luogo ove si trovavano,

2)       Dopo lo scioglimento della sezione californiana dei Vendicatori, Tony Stark non si dette per vinto e raduno: Scarlet, U.S.Agent, la Donna Ragno (Julia Carpenter, attualmente Aracne) Wonder Man e l’enigmatico alieno Century per far parte di un gruppo che avrebbe dovuto perseguire una linea d’azione più attiva nel combattere le minacce di tipo superumano (Vi ricorda qualcosa? A me molto -._^). Questo gruppo venne chiamato Force Works. La cosa non funzionò per vari motivi e dopo 22 episodi la testata a loro dedicata chiuse ed il gruppo si disperse. In quest’episodio vediamo la fine di quella che era la loro base.

\Nel prossimo episodio: se nemmeno gli sforzi combinati di cinque Iron Men, War Machine, dei Vendicatori Est e di quelli Ovest possono fermare Ultimo, cosa può riuscirci? Forse la Forza della Cina? Non sperateci troppo. -_^ Inoltre: nuovi sviluppi nelle nostre sottotrame e... ah si! Anche il fato del Mandarino.

 

 

Carlo



[1] E non dite che non so fare dei riassunti sintetici. -_^

[2] E’ avvenuto nello scorso episodio, ma dovreste saperlo, se l’avete letto, no? -_^

[3] Sigla di West Coast Avengers, ovviamente. -_^

[4] In Iron Man & Captain America’98 (Marvel Crossover #28)

[5] Nel famigerato crossover noto come “La Traversata”

[6] Vendicatori #37

[7] Avengers Vol #1 #224 (Capitan America & i Vendicatori #12)

[8] Per la precisione in Iron Man Vol 3° #10 (Iron Man & I Vendicatori #40)